Le suffragette di Pontelongo
Le suffragette di Pontelongo: nel 1906 un gruppo di donne chiede di poter votare...
Ultima modifica 5 giugno 2023
"Intorno al voto politico alle donne"
a cura di Adriano Comunian (*) (collaborazione di Giancarlo Zaggia)
Articoli pubblicati sul Bollettino Parrocchiale di aprile, luglio, settembre 2007 e gennaio 2008.
Cenni storici
Il Comune di Pontelongo ha organizzato il 17/12/2006 un convegno dal titolo" Intorno al voto politico alle donne: Pontelongo una storia lunga cent'anni" per ricordare la tenace battaglia condotta, nel 1906-1907 dalle donne italiane, comprese sette donne di Pontelongo, per ottenere il diritto di voto. Nel secolo XIX in Europa, ed anche in Italia, sono sorti movimenti di femministe, denominate suffragette, il cui obbiettivo era ottenere parità di diritti fra uomo e donna.
L'azione più incisiva è venuta da donne della borghesia, a cui si aggiunsero donne provenienti dal movimento socialista; le più conosciute erano Anna Maria Mozzoni, Sibilla Aleramo e Anna Kugliscioff, che mediante iniziative pubbliche ed i loro scritti, contribuirono a sensibilizzare le donne italiane. Già nel 1877 Anna Maria Mozzoni (1837-1920) assieme ad altre donne presentò al Parlamento Italiano la prima petizione per ottenere il voto politico per le donne; da qui scaturì il disegno di legge dell'Onorevole Morelli; la proposta però non fu approvata. Negli anni successivi le femministe continuarono con la propaganda per ottenere nuove adesioni, fino a costituire, nel 1906 un "Comitato nazionale pro suffragio femminile" che nel marzo 1906 inviò al Parlamento una nuova Petizione, sottoscritta da 28 donne appartenenti a ceti sociali diversi e impegnate in attività lavorative varie.
La prima firmataria era ancora la signora Anna Maria Mozzani, alla quale seguirono, in ordine alfabetico, le firme delle altre 27 donne; di queste si è persa la memoria, con l'eccezione della Mozzani, instancabile organizzatrice, e della dottoressa Maria Montessori (1870-1952), medico psichiatra, pedagogista, anticonformista, nota nel mondo della scuola per il metodo educativo che porta il suo nome. Anche a Pontelongo il suo metodo è stato applicato dalle maestre che, alla sua morte hanno suggerito all'Amministrazione Comunale di intitolare a Maria Montessori la scuola elementare di Largo Cavalieri di Vittorio Veneto. La petizione fu inviata nel maggio 1906 alla Camera dei Deputati, che la inserì all'ordine del giorno col numero 6676 e col titolo" Diritto delle donne al voto amministrativo e politico"; nello stesso tempo il Comitato nazionale, attivando i canali della stampa favorevoli, aveva invitato le donne italiane a supportare la petizione con la richiesta di iscrizione alla liste elettorali del Comune di residenza.
A Pontelongo il messaggio trovò l'adesione di sette donne: Maria Angela Costa, Oliva Castagnaro Scaldaferro, Giuseppina Pipinato Antico, Maria Trolese, Maria Puato, Costantina Bertelle, Leonilda Sartorato. La richiesta di iscrizione venne subito accolta nella seduta del 9 febbraio 1906 dalla Commissione elettorale comunale, perché i suoi componenti più rappresentativi erano sostenitori del voto alle donne.
Il Sindaco cav. Luigi Ostani il Segretario Comunale Edoardo Ravara
Presidente della Commissione era il Sindaco cav. Luigi Ostani (di anni 61) un progressista prudente, disponibile e grande realizzatore di importanti opere nel corso del suo lungo mandato amministrativo; Segretario della Commissione era il sig. Edoardo Ravara (di anni 28) giovane segretario comunale preparato e convinto sostenitore del voto alle donne, il quale ha scritto le motivazioni giuridiche per l'iscrizione e per i successivi ricorsi di primo e secondo grado presso i tribunali del Regno.
Tecnico della commissione era Giovanni Marinello (di anni 41) impiegato responsabile dell'ufficio anagrafico ed elettorale; anche lui sostenitore del voto alle donne, sia perché fedele collaboratore del Sindaco, sia perché aveva sposato M. Angela Costa, maestra suffragetta firmataria della richiesta.
Il provvedimento venne annullato, dalla Commissione Provinciale, per cui il Comune di Pontelongo fece ricorso, prima alla Corte d'Appello di Venezia, poi alla Corte di Cassazione di Roma, ottenendo ulteriori bocciature.
Ma Pontelongo non fu un caso isolato, perché questa iniziativa venne presa in molti comuni italiani, dando quindi grande risonanza alla petizione numero 6676. Il 25 febbraio 1907 la petizione fu discussa alla Camera dei Deputati, dove intervennero molti Onorevoli, fra i quali il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti.
L'on. Pavia al termine del dibattito propose il seguente ordine del giorno: "La Camera, confidando che il Governo presenterà un disegno di legge in cui sarà riconosciuto il diritto di voto amministrativo e politico alle donne, rinvia al Presidente del Consiglio la petizione n. 6676 a firma di Anna Maria Mozzani ed altre", l'ordine del giorno venne approvato.
Il voto alle donne sarà però concesso con legge del 6 settembre 1919, con la clausola che il voto sarà espresso solo dopo le elezioni successive a quelle previste nel 1919. Ma, essendosi insediato il governo fascista che abolì le elezioni, le donne dovettero attendere il Decreto Bonomi del31 gennaio 1945 per ottenere veramente il diritto di voto. Le donne votarono, per la prima volta nel 1946, e cioè il 1O marzo per le elezioni amministrative e il 2 giugno per il referendum.
Con le elezioni del Consiglio Comunale si realizza il sogno delle nostre suffragette che finalmente possono votare ed essere votate. Infatti a Pontelongo in Consiglio Comunale entrano due donne, maestre elementari (come Angela Costa), e cioè Maria Gallo Bassi e Maria Tagliaferro Pastò.
Le suffragette di Pontelongo
Dopo aver visto gli avvenimenti relativi al diritto di voto rivendicato dalle donne, è opportuno fare luce sulla storia dimenticata delle sette donne di Pontelongo che nel 1906 parteciparono alla iniziativa promossa dal Comitato Nazionale per il Suffragio Femminile.
Col nome di suffragette si indicavano le donne seguaci del movimento femminista, che lottava per ottenere il suffragio (diritto di voto) per tutti i cittadini ed in particolare per le donne.
I nomi delle sette donne sono elencati seguendo l'ordine riportato nei documenti ufficiali:
1. COSTA MARIA ANGELA in MARINELLO, maestra di anni 49;
2. PIPINATO GIUSEPPINA vedova ANTICO, maestra di anni 62;
3. CASTAGNARO OLIVA in SCALDAFERRO, ostetrica di anni 40;
4. PUATO MARIA, casalinga di anni 22;
5. BERTELLE COSTANTINA, casalinga di anni 23;
6. SARTORATO LEONILDA, casalinga di anni 23;
7. TROLESE MARIA in NEGRISOLO, casalinga si anni 22.
Il gruppo non è omogeneo, ma viene diviso in due sottogruppi, il primo è costituito da tre donne mature, diplomate, coniugate con figli, dipendenti comunali con stipendio e provenienti da Province diverse, il secondo è formato da quattro ragazze giovani, da poco maggiorenni, nubili (tranne una) casalinghe senza reddito.
Per ricostruire le loro storie, si è reso necessario cercare gran parte della documentazione nell'archivio storico del Comune e della Parrocchia di Pontelongo, utilizzando anche i registri e gli schedari dell'epoca. La lista delle suffragette è capeggiata dalla maestra Costa perché è la figura più rappresentativa, in grado di raccogliere attorno a sé anche altre donne per dare maggior peso alle rivendicazioni delle femministe italiane.
1. MARIA ANGELA COSTA, con diploma di maestra e telegrafista, nata nel 1857 a Lugo (Ravenna) arriva a Pontelongo nel settembre 1876, vincitrice di concorso pubblico bandito dall' amministrazione comunale nell'ottobre 1875.
La giovane maestra trova un Comune povero e privo di edifici pubblici, costretto a prendere in affitto dai privati locali necessari per gli uffici amministrativi e per le due aule scolastiche. Per fortuna dopo un paio di mesi si conclude l'acquisto dai fratelli Serravalle del complesso edilizio Foscarini, costituito dal Palazzo e da due barchesse che saranno utilizzati come sede municipale, uffici, aule, ambulatori ed anche come alloggio di servizio riservato ai dipendenti comunali provenienti da comuni lontani, essendo obbligatorio risiedere nel luogo di lavoro.
La maestra Costa sarà ospitata in un primo tempo presso una famiglia in paese, e successivamente, otterrà un alloggio ricavato nella barchessa ovest; qui abiterà per tutta la durata del servizio fino al pensionamento (1922), trasferendosi poi in via Indipendenza 11, in una abitazione situata vicino al Molino Camilotti.
Nel 1890 la maestra Costa sposa l'impiegato Giovanni Marinello, nato a Pontelongo nel 1866 dal barcaiolo Giacomo Marinello, conosciuto come "Giacomo Tabacon". Dal matrimonio nasceranno cinque figli, morti dopo poco tempo dal parto, tranne Adele Vittoria, la quale lascerà la famiglia nel 1919 per matrimonio.
MariaAngela Costa, appena giunta in paese entra subito in sintonia con la gente, che la chiamerà col diminutivo di Maestra Angelina. Lei è un personaggio che ha lasciato un segno positivo, tanto che, fino a pochi anni fa c'erano diversi anziani che ne serbavano un buon ricordo.
A tale proposito desidero citare il dottor Lamberto Dormal, figlio del capo contabilità dello Zuccherificio, il quale in una lettera inviatami nel 1996 ricordava con nostalgia, assieme alle barche, ai cavalli, alle attività sportive anche la Maestra Angelina, come personaggio che caratterizzava il nostro paese.
1921 - Gruppo insegnati (con la maestra Angelina)
La maestra Costa collabora con le autorità e con le famiglie per favorire l'istruzione e l'educazione dei bambini diventando un punto di riferimento per tutti ed in particolare per le ragazze. Si può presumere che per queste peculiari caratteristiche sia riuscita a coinvolgere, nel 1906, alcune colleghe ed ex-allieve nella iniziativa delle femministe italiane per ottenere il diritto di voto.
Dopo il pensionamento del marito Giovanni si trasferisce a Padova, dove rimane poco tempo a causa della sua morte. Ritornata a Pontelongo, ottiene ospitalità presso la casa del maestro Arcangelo Pesce, organista della parrocchia, il quale aveva in famiglia la suocera Adele Panizza Menabeni, maestra in pensione e coetanea di Angelina.
In questa casa di via Macello (ora via Galvan) morirà di demenza senile il 20 aprile 1944 la maestra Maria Angela Costa detta" Maestra Angelina"; verrà sepolta nel cimitero di Pontelongo nella tomba intestata alle famiglie "Pesce-Mariello".
2 - Pipinato Giuseppina, ved.Antico (1844-1918) maestra elementare nata a Dolo, proviene da Codevigo, dove il marito Gioacchino Antico (1884-1903) prestava servizio come impiegato idraulico, alla dipendenza del Genio Civile. Il nostro viene trasferito a Pontelongo e va ad abitare nel palazzo del Genio Civile in via XX Settembre (poi diventerà via Indipendenza 2); il suo incarico è quello di seguire i lavori di riparazione dei danni provocati dall'alluvione del 17 settembre 1882.
Al loro arrivo era in atto una lite tra il Comune di Pontelongo e il Consiglio Scolastico Provinciale, che premeva per la istituzione di una terza classe elementare; il comune era contrario perché aveva sostenuto enormi spese per l'assistenza agli alluvionati e per la ricostruzione del ponte.
Poi con la promessa, di un contributo governativo, l'Amministrazione accetta la proposta e delibera l'incarico alla maestra Giuseppina Pipinato-Antico, da poco tempo giunta in paese, affidandole la terza classe composta di 75 bambini.
Fra le maestre Costa e Pipinato si crea una amicizia durevole, visto anche i comuni interessi culturali e le analoghe situazioni familiari e cioè insegnanti, mariti dipendenti pubblici e con un solo figlio ognuna. Il signor Antico, uomo, molto apprezzato per le sue capacità dai maggiorenti del paese, entra in Consiglio Comunale e poi anche in Giunta, collaborando con i Sindaci succedutisi fino alla sua morte avvenuta nel 1903. Il posto di lavoro e l'abitazione saranno assegnati al figlio Romano Antico, il quale ospiterà in famiglia la mamma Giuseppina, che vi morirà nel 1918.
3 - Castagnaro Oliva in Scaldaferro, è nata a Camisano Vicentino nel 1866, prende il diploma di ostetrica e nel 1902 arriva con la famiglia a Pontelongo dove svolgerà la professione di ostetrica condotta; ottiene l'alloggio di servizio esistente nella barchessa est del Palazzo Municipale, dove sistema la famiglia formata dal marito Giuseppe Scaldaferro, di professione mediatore, i due figli piccoli Emilia e Riccardo e la mamma Gaetana Petacci vedova Castagnaro.
L'ostetrica esercitava una professione che aveva un grande rilievo sociale per i consigli e gli aiuti che era in grado di fornire alle donne del paese; del resto la sua sensibilità verso situazioni delicate e difficili come l'abbandono dei minori, era dimostrata dalla presenza in famiglia della mamma, lasciata da neonata esposta nella" ruota" del" Luogo Pio" di Vicenza.
Pertanto l'adesione alla petizione delle suffragette per la Castagnaro è stata una scelta scontata, convinta che la parità dei diritti si concretizzava con il voto alle donne.
4 - Puato Maria, nata a Pontelongo il 2.10.1883 in via XX Settembre 71 (vicino alla pesa), sposa, nel luglio 1906, il coetaneo Boaga Alviano, di professione macchinista; dopo un anno la famiglia si trasferisce a Venezia per motivi di lavoro. I Boaga di Pontelongo appartengono a due distinte casate, una era dedita al commercio e l'altra espletava servizi per il Comune e per lo Stato.
Questa seconda casata, a cui apparteneva Boaga Alviano, e stata oggetto di ricerche da parte del Carmelitano padre Emanuele Boaga, che nel 2002 ha pubblicato un libro contenente un profilo storico del prof Giovanni Boaga, al quale per meriti scientifici era stato dedicato l'Istituto Tecnico per geometri di Cadoneghe.
Il libro contiene anche notizie sugli avi Boaga, da cui risulta che hanno svolto incarichi per la Repubblica di Venezia o per il Governo Austriaco, spesso come, interpreti di lingua slava, spostandosi da Pontelongo, a Padova, a Trieste e in Dalmazia e viceversa. Nei registri parrocchiali si notano spesso matrimoni con donne slave. Padre Boaga ha inviato il suo libro a Ivan Boaga, considerato l'ultimo esponente pontelongano di questa famiglia.
5 - Bertelle Costantina, è nata a Pontelongo il 18.1.1882 dalla famiglia di un contadino proveniente da Brugine. Nel registro comunale delle famiglie alla pagina dedicata ai Bertelle, a fianco del nome, Costantina c'è una nota con scritto che, è morta nel 1901; e cioè cinque anni prima degli eventi trattati.
Si possono fare due ipotesi: è stato commesso un errore di trascrizione (non rari per i tempi) dei dati anagrafici, oppure un caso di omonimia non ancora individuato. Anche le ricerche effettuate da alcuni studenti dell'Università di Padova hanno avuto esito negativo.
6 - Sartorato Leonilda, è nata a Bovolenta nel 1883, figlia di Sartorato Luigi di professione calzolaio, trasferitosi a Pontelongo in via Argine Sinistro 74. Nel 1915 va sposa a Bellinati Alessandro, operaio allo zuccherificio, proveniente da Occhiobello (Rovigo). Dei Bellinati molti pontelongani conoscono figli, nipoti e pronipoti; il più anziano è Mons, Claudio Bellinati, pubblicista e scrittore esperto di arte e di storia locale,
Di Sartorato Leonilda abbiamo conosciuto i due figli Silvio e Odille, ora defunti, che si sono distinti nella Resistenza antifascista, per cui sono stati nominati dal C.L,N, di Padova amministratori comunali a Pontelongo nel 1945-46, Le nipoti figlie di Odille, che vivono in paese, hanno un bel ricordo della nonna Leonilda, donna dal carattere forte e battagliero, pronta, a difendere le proprie idee.
Sartorato Leonilda ved. Bellinati (1883-1963), una delle
suffragette di Pontelongo, ventitreenne nel 1906
7- Trolese Maria, nata a Pontelongo il 18,7,1884, si sposa il 14, 1,1906 (un mese prima di questi eventi) con Negrisolo Luigi, residente in via Argine Sinistro inferiore. Nella scheda anagrafica si trova che è morta a Merano il 27.3.1946.
(*) Adriano Comunian (1939-2013) Uno dei Sindaci storici di Pontelongo.
(Foto: Archivio Storico Fotografico di Pontelongo)